Da Vienna a Bratislava
C’è un tratto di qualche chilometro in cui il Danubio scorre tra Austria e Slovacchia, prima di arrivare a Budapest. Ci vuole poco ad attraversarlo, è largo appena qualche metro e anche per questo dire che il fiume segna un confine vuol dire vederne solo un aspetto.
Il Danubio è da sempre una via di collegamento. “Il fiume bisnominis, come lo chiamava Ovidio, trascina la civiltà tedesca, col suo sogno dell’odissea dello spirito che torna a casa, verso Oriente e lo mescola ad altre civiltà, in tante meticce metamorfosi” scrive Claudio Magris in Danubio, un libro meraviglioso.
Questa natura del fiume l’ho vista bene già osservandone un piccolo tratto, da Vienna a Bratislava, e poi a Budapest. L’Austria asburgica si diluisce nei chilometri man mano che ci si allontana da Vienna, l’acqua delle fontane della regale Hofburg diventa quella dei bagni termali d’origine turca a Budapest.

In alto, sulla collina delle rose, a Buda, ho visitato la tomba di Gül Baba, il luogo di pellegrinaggio musulmano più a Nord, mi è stato detto.
Gül Baba fu un derviscio e visse alla corte di Solimano il magnifico, sultano dell’impero ottomano tra il 1520 e il 1566. Questo religioso e filosofo era al fianco di Solimano proprio quando i turchi conquistarono Buda, nel 1541, vincendo, dopo un lungo assedio, le forze asburgiche.
Chiamato anche il padre delle rose, a Gül Baba è dedicato il nome del quartiere Rózsadomb, la collina delle rose. Guardando il panorama da qui, è impossibile non pensare a Istanbul.
Il centro culturale dedicato a Gül Baba è stato da poco rinnovato e i lavori sono stati cofinanziati da Ungheria e Turchia. Non solo, all’inaugurazione, nel 2018, con il presidente ungherese Orbán, c’era anche quello turco, Erdoğan. Segno dei buoni rapporti tra Orbán e il presidente turco (visioni del mondo comuni, pare…). Ma non solo. Anche ricordo del fatto che il passaggio dall’Europa all’Oriente è molto meno sfumato di quanto spesso non sembri.
Sempre più si diffonde l’idea dell’Europa come soggetto definito, i cui contorni sono scritti dai muri di confine. All’interno di questi confini ci saremmo noi, all’esterno gli altri. Non dobbiamo dimenticare, però, che lo stato nazione è un’idea solo relativamente recente. I confini ne sono una conseguenza. I fiumi, invece, continuano a scorrere liberamente, come hanno fatto sempre.
Devi accedere per postare un commento.